Anche se la stagione sta finalmente chiudendo, e il prezzo di questi prodotti ha raggiunto comprensibilmente le stelle, non bisogna mai rimanere ignoranti di quel che riguarda appunto un carburante così vitale come il Pellet. Questo combustibile per stufe e camini è diventato incredibilmente desiderato negli ultimi tempi, ed anche costoso: tutto insomma per sostituire il Gas ed il Metano, diventato ormai impossibile da sopportare per i loro alti costi. Ma ci sono alcune caratteristiche che vanno osservate in questo materiale.
Infatti, anche se le stufe a pellet sono capaci di accettare qualsiasi tipo di marchio e combustibile, bisogna comunque considerare che ci sono quelli migliori e quelli peggiori. Vediamo quindi di studiare alcuni fattori che accomunano questi marchi di Pellet.
EN e A, questi sconosciuti
A volte è possibile notare come su un prezzo o sul sacco è scritto qualcosa come “EN+” o anche “A1/A2”. Questi marchi sono un risultato d’un calcolo che riguarda la rendita di calore, la quantità di cenere e la qualità della conversione da pellet a fiamma – ovvero quanto pellet è richiesto per ottenere la quantità di calore promessa. I sacchi che riportano il marchio EN+ A1 sono in genere quelli più rispettabili, in quanto mantengono almeno una o più promesse al riguardo dell’efficienza termica e la produzione di ceneri. Enfasi su appunto una o più promesse: possono convertire un sacco di calore ma produrre comunque molta cenere.
La rendita di calore, più alto è migliore?
A volte si punta a pellet che hanno un’alta rendita di calore. Per farvi un buon esempio, si parte da un minimo di 3,5 kw fino ad un massimo di 5,5/5,9. Sembra perciò naturale scegliere Pellet di questo genere, e forse per certi generi non è nemmeno sbagliato. Il punto è questo: i pellet da 5,5 a salire bruciano in realtà molto più in fretta, producendo una quantità elevata di calore che va gestita adeguatamente. Perciò il costo potrebbe non valerne la pena. I pellet che promettono una rendita di 4,6/4,9 o 5kw sono preferibili per il loro consumo e calore bilanciati.
Un colore che significa tutto
Infine, a dispetto del tipo di legno che viene utilizzato per il sacco di pellet, bisogna anche giudicarne il colore. Un Pellet molto chiaro emette in genere un odore di legno molto pronunciato, il che da un segno d’un pellet di qualità. Un pellet molto scuro che non emana alcun odore è un segno d’un prodotto che utilizza in buona parte dei collanti chimici, che possono produrre molta cenere o anche dei detriti che rimangono attaccati alla stufa. Vi sono marchi che utilizzano un pellet scuro che è di discreta qualità, ma bisogna sempre giudicare il tutto dal colore non eccessivamente scuro del prodotto. Per fare un buon punto di riferimento, pensate alla colorazione del cioccolato fondente: un pellet di questa colorazione è assolutamente da evitare.